Politica Meloni, la bugia nella replica a Scarpinato: lex magistrato estraneo al depistaggio Scarantino Anzi chiese la revisione per i falsi colpevoli

Politica Meloni, la bugia nella replica a Scarpinato: l’ex magistrato estraneo al depistaggio Scarantino. Anzi chiese la revisione per i falsi colpevoli Meloni, la bugia nella replica a Scarpinato: l’ex magistrato estraneo al depistaggio Scarantino. Anzi chiese la revisione per i falsi colpevoli Al Senato lo scontro tra il senatore M5s e la premier. Con la leader di Fdi che non contesta alcuna delle affermazioni fatte dal magistrato, ma prima lo definisce "una persona che ha avuto la responsabilità di giudicare gli imputati" (ma il magistrato ha sempre ricoperto funzioni requirenti, mai giudicanti). Poi la premier rinfaccia all ex toga la questione del "depistaggio nel primo giudizio per la strage di via d’Amelio". In realtà, l ex procuratore generale di Palermo non si occupò mai delle indagini deviate dalle false dichiarazioni di Scarantino. Semmai chiese e ottene la revisione per 11 persone condannate ingiustamente di Giuseppe Pipitone | 27 Ottobre 2022 Dicono che Giorgia Meloni sia una che studia. Una politica cresciuta documentandosi e studiando i dossier. Eppure ieri, per replicare nell’aula del Senato a Roberto Scarpinato, la presidente del consiglio è inciampata su un doppio macroscopico errore. Nel suo intervento l’ex procuratore generale di Palermo, eletto a Palazzo Madama dal Movimento 5 stelle, aveva contestato il fatto che Fratelli d’Italia abbia eletto a sue figure di riferimento “protagonisti del neofascismo“, facendo il nome di Pino Rauti, fondatore del Centro Studi Ordine Nuovo e padre di Isabella, appena nominata capogruppo del partito di Meloni al Senato. Scarpinato aveva pure ricordato che nell’aprile scorso il deputato di Fdi Federico Mollicone ha “organizzato un convegno dedicato al generale Gianadelio Maletti, capo del reparto controspionaggio del Sid negli anni ‘70, condannato con sentenza definitiva a 18 mesi per favoreggiamento dei responsabili della strage di Piazza Fontana”. Il neo senatore dei 5 stelle ha poi citato la condanna in via definitiva per concorso esterno alla mafia di uno dei fondatori di Forza Italia, cioè Marcello Dell’Utri, anche se con qualche difficoltà visto il battibecco sorto proprio in quell’istante col presidente Ignazio La Russa, relativo al tempo d’intervento.

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