Noi con le emissioni di benzene non c’entriamo nulla. Controllate l’Eni. È quanto, in estrema sintesi ha risposto Acciaierie d’Italia, la società che gestisce l’ex Ilva di Taranto, ad Arpa Puglia che il 5 gennaio scorso aveva inviato una nota nella quale imponeva alla fabbrica di adottare “tutti i possibili interventi correttivi di riduzione delle emissioni di benzene da parte dello stabilimento siderurgico”.
Confermando che negli ultimi anni i valori di benzene registrati dalle centraline erano costantemente aumentate, i tecnici l’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale aveva infatti individuato negli impianti dell’ex Ilva la fonte di emissioni della pericolosa sostanza che Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha classificato come “cancerogeno certo per l’uomo”. Per Adi, joint venutre composta da Arcelor Mittal e Invitalia, a produrre quelle sostanze velenose sarebbero altre industrie che si trovano nel territorio. Come l’Eni.