News- Afrikaans
News- Amharic
News- Arabic
News- Azerbaijani
News- Belarusian
News- Bulgarian
News- Bengali
News- Bosnian
News- Catalan
News- Cebuano
News- Corsican
News- Czech
News- Welsh
News- Danish
News- German
News- Greek
News- English
News- Esperanto
News- Spanish
News- Estonian
News- Basque
News- Persian
News- Finnish
News- French
News- Frisian
News- Irish
News- Galician
News- Gujarati
News- Hausa
News- Hawaiian
News- Hebrew
News- Hindi
News- Hmong
News- Croatian
News- Haitian
News- Hungarian
News- Armenian
News- Indonesian
News- Icelandic
News- Italian
News- Japanese
News- Javanese
News- Georgian
News- Kazakh
News- Khmer
News- Kannada
News- Korean
News- Kurdish
News- Kyrgyz
News- Latin
News- Luxembourgish
News- Lao
News- Lithuanian
News- Latvian
News- Malagasy
News- Maori
News- Macedonian
News- Malayalam
News- Mongolian
News- Marathi
News- Malay
News- Maltese
News- Myanmar
News- Dutch
News- Norwegian
News- Odia
News- Punjabi
News- Polish
News- Pashto
News- Portuguese
News- Romanian
News- Russian
News- Kinyarwanda
News- Sindhi
News- Sinhala
News- Slovak
News- Slovenian
News- Samoan
News- Shona
News- Albanian
News- Serbian
News- Swedish
News- Telugu
News- Thai
News- Turkmen
News- Turkish
News- Tatar
News- Ukrainian
News- Urdu
News- Uzbek
News- Vietnamese
News- Xhosa
News- Yoruba
News- Chinese-s
News- Chinese-t
News- Zulu
News
Servizi Video
Market
Giochat
Carte da visita
Bellopay
Bellopost
Proteggi idee
Home page
My news
Video news
Log in
Gestisci
Crea articolo
Registrati
Cerca
Esci
Languages
Afrikaans
Albanian
Amharic
Arabic
Armenian
Azerbaijani
Basque
Belarusian
Bengali
Bosnian
Bulgarian
Catalan
Cebuano
Chinese (Simplified)
Chinese (Traditional)
Corsican
Croatian
Czech
Danish
Dutch
English
Esperanto
Estonian
Finnish
French
Frisian
Galician
Georgian
German
Greek
Gujarati
Haitian Creole
Hausa
Hawaiian
Hebrew
Hindi
Hmong
Hungarian
Icelandic
Igbo
Indonesian
Irish
Italian
Japanese
Javanese
Kannada
Kazakh
Khmer
Kinyarwanda
Korean
Kurdish
Kyrgyz
Lao
Latin
Latvian
Lithuanian
Luxembourgish
Macedonian
Malagasy
Malay
Malayalam
Maltese
Maori
Marathi
Mongolian
Myanmar (Burmese)
Nepali
Norwegian
Nyanja (Chichewa)
Odia (Oriya)
Pashto
Persian
Polish
Portuguese (Portugal, Brazil)
Punjabi
Romanian
Russian
Samoan
Scots Gaelic
Serbian
Sesotho
Shona
Sindhi
Sinhala (Sinhalese)
Slovak
Slovenian
Somali
Spanish
Sundanese
Swahili
Swedish
Tagalog (Filipino)
Tajik
Tamil
Tatar
Telugu
Thai
Turkish
Turkmen
Ukrainian
Urdu
Uyghur
Uzbek
Vietnamese
Welsh
Xhosa
Yiddish
Yoruba
Zulu
Stato criminale
Le multe non bastano, carcere fino a cinque anni: il ddl di Forza Italia per punire i giornalisti che pubblicano intercettazioni non più segrete
Da due a cinque anni di carcere per chi pubblica atti d’indagine, anche non più coperti da segreto. È l’arma devastante contro la diffusione sulla stampa dei contenuti delle intercettazioni prevista in una proposta di legge depositata alla Camera il 22 dicembre da due deputati di Forza Italia, Annarita Patriarca e Tommaso Antonio Calderone, entrambi membri della Commissione Giustizia. Al momento è sempre ammessa la pubblicazione del contenuto di atti non segreti (cioè a disposizione delle parti). Mentre chi li pubblica materialmente, anche in modo parziale, prima del termine dell’udienza preliminare (o, quando non è prevista, del termine delle indagini preliminari) è punito dall’articolo 684 del codice penale con l’arresto fino a trenta giorni o l’ammenda da 51 a 258 euro. La proposta – Conseguenze troppo blande per Forza Italia, che vorrebbe sostituire quella norma con una nuova, l’articolo 379-ter, “che introduce una fattispecie tipica di reato, punibile da due a cinque anni e quindi, una volta approvata la norma, nessuno potrà più pubblicare con leggerezza atti di indagine fino all’udienza preliminare, così come prescritto. Il mostro non andrà più sbattuto in prima pagina a fronte di una semplice contravvenzione”, scrivono i due deputati in una nota. E poco importa, per loro, che in questo modo giornalisti colpevoli di aver pubblicato atti non più segreti rischino una pena superiore a quella di chi, ad esempio, è imputato di truffa, corruzione tra privati (fino a tre anni), malversazione di fondi pubblici o favoreggiamento personale (fino a quattro anni) e uguale a quella di chi partecipa a un’associazione per delinquere (cinque anni).
Text to Speech
Select Voice
Volume
1
Rate
1
Pitch
1
Da due a cinque anni di carcere per chi pubblica atti d’indagine, anche non più coperti da segreto. È l’arma devastante contro la diffusione sulla stampa dei contenuti delle intercettazioni prevista in una proposta di legge depositata alla Camera il 22 dicembre da due deputati di Forza Italia, Annarita Patriarca e Tommaso Antonio Calderone, entrambi membri della Commissione Giustizia. Al momento è sempre ammessa la pubblicazione del contenuto di atti non segreti (cioè a disposizione delle parti). Mentre chi li pubblica materialmente, anche in modo parziale, prima del termine dell’udienza preliminare (o, quando non è prevista, del termine delle indagini preliminari) è punito dall’articolo 684 del codice penale con l’arresto fino a trenta giorni o l’ammenda da 51 a 258 euro. La proposta – Conseguenze troppo blande per Forza Italia, che vorrebbe sostituire quella norma con una nuova, l’articolo 379-ter, “che introduce una fattispecie tipica di reato, punibile da due a cinque anni e quindi, una volta approvata la norma, nessuno potrà più pubblicare con leggerezza atti di indagine fino all’udienza preliminare, così come prescritto. Il mostro non andrà più sbattuto in prima pagina a fronte di una semplice contravvenzione”, scrivono i due deputati in una nota. E poco importa, per loro, che in questo modo giornalisti colpevoli di aver pubblicato atti non più segreti rischino una pena superiore a quella di chi, ad esempio, è imputato di truffa, corruzione tra privati (fino a tre anni), malversazione di fondi pubblici o favoreggiamento personale (fino a quattro anni) e uguale a quella di chi partecipa a un’associazione per delinquere (cinque anni).