Dopo la morte del Papa emerito, si apre una nuova fase del pontificato di Francesco. Finora, ciò che lo ha caratterizzato è stata proprio l’inedita convivenza in Vaticano con il suo immediato predecessore. Una pagina storica che si è conclusa e adesso molti, in particolare all’interno del Collegio cardinalizio, si augurano che non abbia un bis, almeno in tempi molto brevi. La domanda che tutti si pongono, tumulato il corpo di Ratzinger nelle Grotte Vaticane, è una sola: ora Francesco è più libero di continuare le sue riforme? Il conclave che lo elesse quasi dieci anni fa, il 13 marzo 2013, dopo le dimissioni a sorpresa di Benedetto XVI, gli chiese proprio di avviare una radicale opera di riforma: dalla Curia romana, di cui il 19 marzo 2022 è stata pubblicata la nuova costituzione apostolica, Praedicate Evangelium, al contrasto della pedofilia del clero, ponendosi proprio sulla scia della tolleranza zero avviata con determinazione da Ratzinger, fino alla trasparenza finanziaria. Ora sono in molti, soprattutto nei sacri palazzi, a chiedere a Francesco di normare la figura del Papa emerito, sanando tutte quelle contraddizioni irrisolte in questi quasi dieci anni di coabitazione. Contraddizioni che sono riemerse prepotentemente con la morte di Benedetto XVI.