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Sanit� criminale
Sclerosi multipla e vaccini anti SARS CoV2: cè un legame con le ricadute
La ricerca sul rapporto tra Covid 19 e sclerosi multipla prosegue senza sosta. Mentre la pandemia è ancora in corso e la campagna vaccinale in pieno svolgimento, è sempre più fondamentale capire le eventuali relazioni tra gestione e prevenzione dall’infezione di SARS Cov2 e gestione della sclerosi multipla. AISM con la sua Fondazione (FISM), il progetto “Registro Italiano Sclerosi Multipla” (coordinato da FISM e Università di Bari), la Società Italiana di Neurologia (SIN) e AINI Associazione Italiana di Neuroimmunologia hanno dato vita ad un’alleanza per promuovere un’agenda di ricerca su COVID 19 e SM e la relazione tra COVID 19 e farmaci modificanti la malattia (DMT, Disease Modifying Therapies) e COVID 19 e vaccinazione. Diverse altre ricerche sono in corso in questi campi. Recentemente è stato pubblicato uno studio multicentrico italiano (Tortorella et al. 2021) che ha incluso 324 persone con sclerosi multipla (reclutate in 23 centri italiani) vaccinate con vaccini mRNA al fine di valutare la frequenza delle ricadute nei due mesi precedenti e nei due mesi successivi alla vaccinazione per COVID 19. Gli autori non evidenziano differenze nella incidenza delle ricadute prima e dopo la vaccinazione per SARS COV2. Questi dati sono supportati da dati raccolti in altri paesi come Israele (Achiron et al 2021) ed in America Latina (Alonso R. et al. 2021) con analisi di grossi campioni di pazienti: 555 e 393 pazienti inclusi rispettivamente. A fronte di questo sono stati pubblicati “case reports” riferiti a singoli casi in cui viene descritta una riacutizzazione della sclerosi multipla dopo la vaccinazione per SARS COV2. Una recente pubblicazione (Pozzilli et al. 2021) ha messo insieme una serie di 13 casi accomunati dal fatto di aver avuto una riacutizzazione di malattia accompagnata da attività alla risonanza magnetica, da 3 giorni a 3 settimane dopo l’esecuzione della vaccinazione COVID 19. Sono descritti, inoltre, 3 casi di persone che hanno ricevuto una diagnosi di sclerosi multipla dopo la vaccinazione. La manifestazione clinica di malattia è stata riportata dopo la prima somministrazione del vaccino in 10 soggetti, dopo la seconda dose in 6 individui. La stima delle relazioni fra vaccinazione e ricadute è complessa ed è essenzialmente un problema metodologico. Una raccolta di casi non è in grado di dimostrare il nesso di causa ed effetto fra vaccino e riacutizzazione di malattia soprattutto in una situazione in cui la pandemia ha condizionato la vaccinazione di grosse fette di popolazione. Occorre, infatti, sempre rapportare il numero di persone con riacutizzazione di malattia al numero totale di pazienti osservati in un determinato periodo di tempo (includendo sia i pazienti che presentano una ricaduta che quelli che la ricaduta non la hanno presentata) al fine di ottenere una stima corretta. E questo è estremamente difficile in pratica clinica e comporta la costruzione di studi ad hoc e non la mera raccolta di casi singoli. Per cercare di dare una dimensione del fenomeno osservato, Pozzilli e colleghi hanno stimato che, approssimativamente, 2500 persone con sclerosi multipla si sono recate ai quattro Centri coinvolti nella raccolta dei dati e che sono state osservate 69 ricadute in totale nel corso del periodo preso in considerazione. È tuttavia molto difficile stimare quante persone nello stesso periodo avrebbero avuto ricadute in assenza di vaccinazione o in quante persone, in assenza del vaccino, si sarebbe sviluppata una SM. Se la stima è approssimativa il dato finale non risulterà attendibile in quanto differenze anche piccole possono pesare molto sul computo finale. Non è pertanto possibile chiarire se le ricadute che si sono verificate dopo la vaccinazione siano state innescata dalla stessa o si sarebbero verificate comunque, indipendentemente dalla vaccinazione stessa. Va per questo detto, come peraltro sostengono gli autori, che questo lavoro non fornisce dati sufficienti per ipotizzare un’associazione tra vaccinazione e rischio di sviluppare la SM o di avere una ricaduta di malattia. «La pubblicazione di singoli casi di riacutizzazione di SM dopo la vaccinazione, per i motivi su esposti non può esser considerato un deterrente alla indicazione alla vaccinazione nelle persone con SM. La vaccinazione è ad oggi la arma principale contro l’infezione da COVID 19. Le persone con SM hanno un aumentato rischio di mortalità da COVID 19, soprattutto se anziane, con disabilità significativa e/o comorbilità o in terapia con alcuni farmaci impattanti sul sistema immunitario. Resta pertanto raccomandato a tutte le persone con SM, come si legge nel documento di AISM e SIN sul COVID 19, di effettuare il ciclo completo di vaccinazione per SARS COV2 ricordando di non effettuare la vaccinazione in fase di riacutizzazione della malattia o in corso di terapia steroidea», dice il dott. Claudio Gasperini, coordinatore del Gruppo di Studio SM della SIN.
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La ricerca sul rapporto tra Covid 19 e sclerosi multipla prosegue senza sosta. Mentre la pandemia è ancora in corso e la campagna vaccinale in pieno svolgimento, è sempre più fondamentale capire le eventuali relazioni tra gestione e prevenzione dall’infezione di SARS Cov2 e gestione della sclerosi multipla. AISM con la sua Fondazione (FISM), il progetto “Registro Italiano Sclerosi Multipla” (coordinato da FISM e Università di Bari), la Società Italiana di Neurologia (SIN) e AINI Associazione Italiana di Neuroimmunologia hanno dato vita ad un’alleanza per promuovere un’agenda di ricerca su COVID 19 e SM e la relazione tra COVID 19 e farmaci modificanti la malattia (DMT, Disease Modifying Therapies) e COVID 19 e vaccinazione. Diverse altre ricerche sono in corso in questi campi. Recentemente è stato pubblicato uno studio multicentrico italiano (Tortorella et al. 2021) che ha incluso 324 persone con sclerosi multipla (reclutate in 23 centri italiani) vaccinate con vaccini mRNA al fine di valutare la frequenza delle ricadute nei due mesi precedenti e nei due mesi successivi alla vaccinazione per COVID 19. Gli autori non evidenziano differenze nella incidenza delle ricadute prima e dopo la vaccinazione per SARS COV2. Questi dati sono supportati da dati raccolti in altri paesi come Israele (Achiron et al 2021) ed in America Latina (Alonso R. et al. 2021) con analisi di grossi campioni di pazienti: 555 e 393 pazienti inclusi rispettivamente. A fronte di questo sono stati pubblicati “case reports” riferiti a singoli casi in cui viene descritta una riacutizzazione della sclerosi multipla dopo la vaccinazione per SARS COV2. Una recente pubblicazione (Pozzilli et al. 2021) ha messo insieme una serie di 13 casi accomunati dal fatto di aver avuto una riacutizzazione di malattia accompagnata da attività alla risonanza magnetica, da 3 giorni a 3 settimane dopo l’esecuzione della vaccinazione COVID 19. Sono descritti, inoltre, 3 casi di persone che hanno ricevuto una diagnosi di sclerosi multipla dopo la vaccinazione. La manifestazione clinica di malattia è stata riportata dopo la prima somministrazione del vaccino in 10 soggetti, dopo la seconda dose in 6 individui. La stima delle relazioni fra vaccinazione e ricadute è complessa ed è essenzialmente un problema metodologico. Una raccolta di casi non è in grado di dimostrare il nesso di causa ed effetto fra vaccino e riacutizzazione di malattia soprattutto in una situazione in cui la pandemia ha condizionato la vaccinazione di grosse fette di popolazione. Occorre, infatti, sempre rapportare il numero di persone con riacutizzazione di malattia al numero totale di pazienti osservati in un determinato periodo di tempo (includendo sia i pazienti che presentano una ricaduta che quelli che la ricaduta non la hanno presentata) al fine di ottenere una stima corretta. E questo è estremamente difficile in pratica clinica e comporta la costruzione di studi ad hoc e non la mera raccolta di casi singoli. Per cercare di dare una dimensione del fenomeno osservato, Pozzilli e colleghi hanno stimato che, approssimativamente, 2500 persone con sclerosi multipla si sono recate ai quattro Centri coinvolti nella raccolta dei dati e che sono state osservate 69 ricadute in totale nel corso del periodo preso in considerazione. È tuttavia molto difficile stimare quante persone nello stesso periodo avrebbero avuto ricadute in assenza di vaccinazione o in quante persone, in assenza del vaccino, si sarebbe sviluppata una SM. Se la stima è approssimativa il dato finale non risulterà attendibile in quanto differenze anche piccole possono pesare molto sul computo finale. Non è pertanto possibile chiarire se le ricadute che si sono verificate dopo la vaccinazione siano state innescata dalla stessa o si sarebbero verificate comunque, indipendentemente dalla vaccinazione stessa. Va per questo detto, come peraltro sostengono gli autori, che questo lavoro non fornisce dati sufficienti per ipotizzare un’associazione tra vaccinazione e rischio di sviluppare la SM o di avere una ricaduta di malattia. «La pubblicazione di singoli casi di riacutizzazione di SM dopo la vaccinazione, per i motivi su esposti non può esser considerato un deterrente alla indicazione alla vaccinazione nelle persone con SM. La vaccinazione è ad oggi la arma principale contro l’infezione da COVID 19. Le persone con SM hanno un aumentato rischio di mortalità da COVID 19, soprattutto se anziane, con disabilità significativa e/o comorbilità o in terapia con alcuni farmaci impattanti sul sistema immunitario. Resta pertanto raccomandato a tutte le persone con SM, come si legge nel documento di AISM e SIN sul COVID 19, di effettuare il ciclo completo di vaccinazione per SARS COV2 ricordando di non effettuare la vaccinazione in fase di riacutizzazione della malattia o in corso di terapia steroidea», dice il dott. Claudio Gasperini, coordinatore del Gruppo di Studio SM della SIN.