Crisi climatica, una ricerca parla di inganno delle auto ibride plug in: Emettono molta più Co2 di quella dichiarata dai produttori

AMBIENTE & VELENI Crisi climatica, una ricerca parla di “inganno” delle auto ibride plug-in: “Emettono molta più Co2 di quella dichiarata dai produttori” Crisi climatica, una ricerca parla di “inganno” delle auto ibride plug-in: “Emettono molta più Co2 di quella dichiarata dai produttori” Lo afferma una ricerca dell’Università di Graz, in Austria e del gruppo Transport & Environment (T&E). La Bmw Serie 3 inquina 3 volte di più su strada che in laboratorio, la Peugeot 308 il 20%,mentre la Renault Megane il 70% in più. Secondo gli esperti, faticano a mantenere l’autonomia elettrica nel traffico, gli standard internazionali per i test, Wltp, sono falsati di Giorgia Colucci | 12 FEBBRAIO 2023 Le auto ibride emettono molta più Co2 delle quantità dichiarate dai produttori. Lo afferma una ricerca indipendente dell’Università di Graz, in Austria e del gruppo Transport & Environment (T&E), che ha condotto test su strada su alcuni modelli di Bmw, Renault e Peugeot. Per esempio, la Serie 3 della casa automobilistica tedesca inquina tre volte di più rispetto alle stime di fabbricazione, ma non è l’unica. La conversione dell’industria dell’automotive all’elettrico ha, secondo gli esperti, un ruolo fondamentale per la transizione ecologica dell’Europa e del mondo. Bruxelles si sta è infatti impegnata a introdurre, dal 2035, il divieto di vendere nuovi veicoli a benzina e diesel. Con gli standard attuali, però l’obiettivo di azzerare totalmente le emissioni del settore, conformemente agli accordo sul clima di Parigi, sembra un’utopia. Secondo la società di consulenza Kearney, entro il 2050 la produzione di automobili arriverà a sforare il suo ‘carbon budget’ ( cioè il limite di emissioni consentito per non superare gli 1,5 gradi) del 75%. Torino e Milano le capitali dello smog, ma con le regole Ue del 2030 sarebbero fuorilegge tre città su 4. Il rapporto Mal’Aria di Legambiente LEGGI ANCHE Torino e Milano le capitali dello smog, ma con le regole Ue del 2030 sarebbero fuorilegge tre città su 4. Il rapporto Mal’Aria di Legambiente Tra i veicoli elettrici plug-in hybrid rientrano tutti quelli che, oltre al tradizionale motore termico, possiedono una batteria. In questo modo, permettono di percorrere lunghe distanze, senza doversi fermare di frequente a una stazione di ricarica, ma anche di ridurre lo smog. I benefici per l’ambiente non sono però proprio quelli sperati e pubblicizzati dalle case di produzione. Lo aveva già dimostrato un’analisi del 2020. Ora il gruppo europeo per la mobilità pulita Transport & Environment (T&E) ha commissionato alla University of Technology di Graz una nuova ricerca per capire se, con i modelli più recenti messi sul mercato, ci siano stati miglioramenti. Dai test condotti su una distanza breve (55 chilometri), sembra di no: una Bmw Serie 3 emette fino a 112 grammi di Co2 al chilometro, tre volte tanto la cifra indicata dall’azienda di 36 grammi. La quota di Peugeot 308 va leggermente meglio, ma la sua quota è del 20% superiore rispetto ai 27 grammi per kilometro dichiarato dalla casa madre Stellantis. Una Renault Megane inquina addirittura il 70% in più rispetto a quanto fa in laboratorio, dove le emissioni stimate sono pari a 30 grammi al chilometro. Il problema, secondo gli esperti, è che le auto non riescono a mantenere l’autonomia elettrica per tempi prolungati nel traffico: la Peugeot 308 lo ha fatto solo per poco più della metà del percorso (53%), mentre la Bmw Serie 3 per il 74%. Solo la Renault ha dato risultati soddisfacenti, anche se potrebbe non essere così efficiente su distanze più lunghe, affermano i ricercatori. Esiti simili sono stati ottenuti in più test anche dall’associazione britannica dei consumatori “Which?”, che ha rilevato anche maggiori costi per la benzina rispetto a quelli attesi al momento dell’acquisto. Smog, “aumentano i casi di tumore: bambini più esposti. E’ come un aerosol continuo d’inquinanti” LEGGI ANCHE Smog, “aumentano i casi di tumore: bambini più esposti. E’ come un aerosol continuo d’inquinanti” A essere sotto accusa sono le procedure standard, condivise a livello globale (Wltp Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedure), per verificare le emissioni delle automobili. Le condizioni ricreate artificialmente in laboratorio infatti non rispecchiano la guida nel mondo reale. I ricercatori di Graz hanno invece testato le auto nel traffico delle città. I governi quindi, afferma Anna Krajinska, responsabile delle emissioni dei veicoli presso T&E, dovrebbero incentivare la produzione e l’acquisto di veicoli totalmente elettrici e “considerare gli ibridi in base alle loro effettive emissioni”. Le aziende di automotive si difendono dicendo di non potersi discostare, nella comunicazione dei dati, dallo standard Wltp. “La guida su strada presenta una variabilità infinita, influenzata da molteplici criteri e quindi non sorprende che ci siano alcune differenze rispetto ai dati di laboratorio”, ha fatto sapere Bmw . Secondo la casa tedesca l’ibrido però svolge un “ruolo importante nella transizione verso la piena mobilità elettrica”. Per gli ambientalisti però sottovalutare le emissioni dei Plug-in Hybrid è controproducente: il timore maggiore è che dati positivi inducano i governi ad adottare un atteggiamento più morbido sulla decarbonizzazione di tutta la filiera dell’automotive, molto inquinante dalle operazioni di approvvigionamento dei materiali, a quelle di produzione, fino alla messa in strada.

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