Berlusconi e il vaccino covid

Berlusconi ha contratto il Covid 19 a settembre 2020, una volta rientrato dalle vacanze di agosto in Sardegna, contagiato in casa dai figli. Come ricostruisce Il Giornale d’Italia , il 2 settembre era risultato positivo e due giorni dopo era stato ricoverato al San Raffaele “per precauzione”, come aveva fatto sapere il suo staff in una nota. Era stato dimesso dieci giorni dopo, il 14 settembre 2020 e in ospedale non erano state rilevate particolari criticità. L’ex premier aveva superato il virus. Nei mesi successivi stava molto bene. Il 9 febbraio 2021 era persino andato a Roma per incontrare il neo premier, Mario Draghi, dandogli il proprio supporto nelle consultazioni per la formazione del nuovo Governo. Poi, tra marzo e aprile 2021, il Cavaliere viene sottoposto alla vaccinazione anti Covid 19 con prima e seconda dose nell’arco di tre settimane, nonostante fosse guarito da appena sei mesi. Ed effettivamente in quel momento inizia il suo calvario sanitario. Dopo pochi giorni dalla seconda dose, ad aprile, Berlusconi subisce il ricovero più lungo e complicato: quasi un mese in ospedale ufficialmente a causa degli “strascichi del Covid”, da cui però era guarito sei mesi prima senza ulteriori necessità di cure mediche. Fino alle vaccinazioni. Il 20 maggio 2021 il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, parla esplicitamente di problemi provocati dal vaccino: «Berlusconi adesso è a casa, sta riposando, cercando di uscire da un post Covid e un post vaccino che gli hanno creato qualche problema. Sta combattendo con i postumi del Covid e del vaccino. Speriamo di averlo quanto prima protagonista della vita politica. E’ un leone e sicuramente si riprenderà e tornerà più forte di prima, battendo anche il Covid e i vaccini». Nonostante tutto, il 20 novembre 2021 Berlusconi riceve la terza dose dello stesso vaccino anti Covid 19. Dopo poche settimane, nel dicembre 2021, sta di nuovo male e torna in ospedale. Proprio in questa occasione emerge la leucemia mielomonocitica cronica, mai riscontrata prima fino a quel momento nonostante i frequentissimi controlli. Proprio andando a considerare le date, unica cosa certa in questa vicenda, c’è chi ritiene chi vi possa essere una correlazione tra le vaccinazioni e la diagnosi. Questo ovviamente non significa che sia stato il vaccino ad innescarla. Il dubbio, in ogni caso, rimane. Ed è destinato con ogni probabilità a rimanere per sempre. Almeno finché non ci sarà la pubblicazione di uno studio scientifico che dovesse dimostrare che i pazienti vaccinati contro il Covid 19 riscontrano un più alto tasso di diagnosi di leucemia mielomonocitica cronica dopo le vaccinazioni rispetto ai non vaccinati . Ad oggi la banca dati europea di sospette reazioni avverse ai farmaci contiene 69 segnalazioni di forme diverse di leucemia associate al vaccino anti Covid di Pfizer e 38 associate a quello di Moderna. In letteratura scientifica c’è anche un report di CMML sui casi di leucemia diagnosticata dopo il vaccino Covid, in questo caso J&J, che così conclude: «l nostro caso suggerisce la possibilità di sviluppare CMML dopo aver ricevuto il vaccino J&J Covid. L’immunizzazione è sempre stata un intervento salvavita nella storia. Poiché tutto il mondo prevede di assumere il vaccino Covid 19, è essenziale segnalare tutti i possibili eventi avversi per il monitoraggio della sicurezza. I medici dovrebbero essere consapevoli di questa insolita complicazione del vaccino e sono necessari più casi per confermare l’associazione».

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