Mentre i consumatori fanno i conti con il caro prezzi e iniziano a risparmiare sulla spesa il fisco sorride all' inflazione. Le entrate tributarie dei primi tre mesi del 2023, così come è stato per tutto il 2022, continuano a correre facendo registrare un +1,3% in più rispetto al primo trimestre dello scorso anno e che, tradotto in euro, vuole dire un +1,4 miliardi di incassi in più. E a far correre le entrate sono stati anche i 589 milioni in più incassati dall' Erario con l' imposta sostitutiva sulle rivalutazioni del Tfr così come le imposte indirette e in particolare l' Iva sia sugli scambi interni e dunque su consumi e servizi sia sulle importazioni di prodotti energetici.
La stangata sul Tfr
Come accennato l' imposta sostitutiva sulla rivalutazione dei trattamenti di fine rapporto, grazie all' inflazione, ha garantito alle casse dello Stato un incasso maggiorato di quasi 600 milioni pari al 105,4% in più rispetto all' anno precedente. Il balzello sul Tfr, infatti, prevede il pagamento del saldo per l' anno d'imposta 2022 da parte dei datori di lavori o, fiscalmente parlando, dei sostituti d'imposta sulla base dell' inflazione registrata nel 2022. La rivalutazione del Tfr, infatti, come spiega l' ultimo bollettino delle entrate tributarie diramato dal Mef , è calcolata sulla base di un coefficiente determinato dall' Istat sull' aumento dei prezzi al consumo registrato nel corso dell' anno rispetto all' anno precedente. Più nel dettaglio la rivalutazione del Tfr è pari al 75% del tasso d'inflazione più una componente fissa dell' 1,5%, considerato che su base annua. Con un'inflazione 2022 che si è attestata all' 11,6% rispetto al 3,9% del 2021, la stangata per i sostituti d'imposta era di fatto attesa e inevitabile, mentre per il fisco è una buona base di partenza per garantirsi extragettito fiscale anche nel 2023.