Patrizia Ficicchia avrebbe chiesto ad un finanziere, compagno di una parente, di andare ad eseguire un controllo fiscale a un ristoratore, padre di una delle insegnanti nti che aveva presentato denuncia.
I documenti contabili della società cooperativa La Rocca di Cefalù erano in regola. Anche il Durc, il documento di regolarità contributiva, era a posto. Peccato che, come hanno accertato i carabinieri, per tenere basse le rette e massimizzare i profitti, gran parte dei professori era costretta a restituire in parte o del tutto la retribuzione. Un ricatto odioso, finalizzato esclusivamente ad acquisire punteggio in graduatoria per l' insegnamento nelle scuole pubbliche.
Alcuni docenti dell' istituto paritario Scicolone di Cefalù e Ariosto di Termini Imerese avevano firmato una richiesta per avere una retribuzione in contanti, documenti senza alcun valore legale. Altri dovevano restituire le somme ricevute tramite bonifici. Così in casa degli indagati i carabinieri, coordinati dalla procura di Termini Imerese diretta da Ambrogio Cartosio, nel corso delle perquisizioni, hanno trovato delle casseforti con somme tra i 10 e i 15 mila euro in banconote di piccolo taglio e tanti fogli annotati a mano con i nomi dei professori e delle cifre a fianco. Nei loro confronti il gip ha firmato un'ordinanza che dispone una misura agli arresti domiciliari e quattro interdittive col divieto temporaneo di esercitare attività professionale e imprenditoriale nel settore dell' insegnamento per 12 mesi.